Spotter, l’app che ti aiuta a trovare il parcheggio. L’intervista al fondatore Jader Manno

Una community che si aiuta per trovare parcheggio nelle città affollate. Questa l’idea di Spotter, startup che ha partecipato al WMF Online.

Martedì 30 Giugno 2020
Simone Di Sabatino

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Innovazione digitale

Trovare parcheggio a volte può diventare un vero e proprio incubo, soprattutto nelle città affollate e negli orari di punta. Per questo è nata Spotter, l’app che ti permette di trovare facilmente un posto libero grazie al park sharing. Spotter vuole creare una community che faciliti la ricerca del parcheggio e remunera coloro che segnalano il parcheggio libero attraverso buoni e gift cards. Una iniziativa socialmente utile, che permette così di migliorare la mobilità e di ridurre il tempo che si trascorre in auto alla ricerca del parcheggio, con la conseguente diminuzione delle emissioni nocive.
Spotter è stata una delle startup che ha partecipato al WMF Online all’interno della sala startup dove ha presentato il progetto e il suo sviluppo. Abbiamo intervistato Jader Manno, co-founder di Spotter che ci ha spiegato qualcosa in più sul progetto imprenditoriale.

Ciao Jader, ci puoi spiegare meglio di cosa si occupa Spotter?
Spotter è prima di tutto una community. Gli utenti che si iscrivono all’app si aiutano l’un l’altro nel trovare parcheggio. Quando un utente sta per lasciare un parcheggio su strada lo indica agli altri utenti con luogo e orario e altre informazioni come tipo e grandezza, in modo che tutti gli altri utenti di Spotter possano vedere istantaneamente quando e dove si trova quel parcheggio disponibile. L’utente che è alla ricerca del parcheggio può quindi prenotarsi e usufruire del posto segnalato. Un meccanismo semplice – già utilizzato in altri Paesi – che si basa anche sul concetto di incentivo economico: il punto principale di tutto il progetto è il fatto che quando un utente condivide il parcheggio viene comunque remunerato economicamente da parte di Spotter per avere aiutato la community attraverso buoni Amazon, gift cards o altri buoni da utilizzare all’interno dell’app per trovare altri parcheggi.

Avete dunque avviato partnership con Amazon e altre aziende?
Esattamente. Abbiamo una partnership con Amazon per i buoni regalo che possono essere emessi direttamente in app. Abbiamo inoltre un’altra partnership con una grande società che si occupa di gift cards e tutto ciò ci permette di poter remunerare gli utenti


Come sono stati gli ultimi mesi per Spotter? Come avete reagito alla situazione emergenziale?
Durante il Covid abbiamo fermato l’azienda a causa del lockdown. Una volta ripartiti abbiamo notato che la situazione traffico a Milano – la nostra città pilota dove stiamo concentrando gli sforzi di marketing – era comunque tornata quasi ai livelli ordinari, soprattutto nell’orario aperitivo, cena e dopocena, abbiamo pertanto deciso di riattivare Spotter e tutte le campagne.

 

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Posted by Spotter App on Wednesday, June 10, 2020

 

Ci dai qualche dato?
Abbiamo ottenuto in questi giorni quasi 6mila download ad oggi con oltre 3mila registrazioni. Abbiamo ottenuto circa 900 condivisioni di parcheggi, di questi circa 60 sono stati completati. Noi puntiamo ad arrivare al 10% di parcheggi completati sul totale dei condivisi. Numeri incoraggianti che ci spingono a credere nel progetto. Stiamo comunque studiando miglioramenti come ad esempio l’accessibilità dell’app, che per alcuni è un po’ ostica, e soprattutto in termini di educazione allo sharing, concetto base della nostra app, che per gli italiani è ancora un po’ stretto.

Quando e come è nata l’idea di Spotter?
L’idea è nata circa 2 anni fa quando io e gli altri soci fondatori stavamo cercando parcheggio sui Navigli a Milano, zona dove notoriamente è praticamente impossibile posteggiare. Dopo 40 minuti di tentativi abbiamo pensato di scaricare un’app per trovare parcheggio. Non avendo trovato nulla di utile abbiamo deciso di farla noi.
Dall’idea ci sono voluti 8 mesi circa per pensare a tutti i dettagli del caso, per reperire informazioni utili e per fare un’analisi di mercato per capire se c’era modo di creare un prodotto del genere. E così a gennaio 2019 abbiamo finalmente avviato lo sviluppo che è durato quasi 1 anno, abbiamo infatti lanciato l’app a dicembre.

Avete competitor?
No, ci sono solo altre app che consentono di pagare parcheggi sulle strisce ad esempio. Di park sharing vero e proprio c’era solo un’app in passato che però non incentivava economicamente gli utenti. Per tale motivo, secondo le nostre indagini, questa app ha avuto poca vita. L’incentivo economico è infatti determinante affinché gli utenti siano motivati a condividere.

Oggi siete attivi solo su Milano ma hai affermato che a breve sbarcherete anche in altre città. Quali? E qual è il vostro obiettivo nel medio termine?
Il nostro obiettivo è di andare in altre città italiane, Roma in primis. E in realtà subito dopo anche all’estero perché una volta che riusciamo a validare il sistema a Milano non ci sono più confini. Le prime cinque tappe Parigi, San Pietroburgo, Mosca, Berlino e Bucarest. Inoltre questa estate andremo anche in qualche località balneare della Liguria e dell’Emilia Romagna.

Lato sviluppo vogliamo integrare un sistema di pagamento di ticket del parcheggio in modo da fornire un pacchetto completo. Vogliamo inoltre collegare l’app con tutte le auto, stiamo prendendo accordi con alcuni produttori e poi vogliamo introdurre i comandi vocali.

Come è composto il vostro team?
Siamo in 5, ognuno di noi si occupa di una macro area. Io mi occupo di comunicazione e marketing, mio fratello Jona Manno si occupa della parte finanziaria, Alessio Mazzotta si occupa della parte legale. Noi 3 inoltre ci occupiamo anche in generale del management. Poi c’è Alberto Stecconi che si occupa di project management ed è il nostro COO e infine abbiamo Asif Muhammad che è il nostro CTO. Contiamo di ampliare il nostro team nel momento in cui andremo su Roma.

Startup e innovazione in Italia. È stato difficile muovere i primi passi in campo imprenditoriale?
Abbastanza. In Italia non vi sono particolari aiuti da parte dello Stato o enti statali, non vi sono fondi facilmente accessibili per fare impresa. Noi ad esempio ci siamo autofinanziati per progettare almeno il primo prototipo. Poi dal punto di vista degli investitori le difficoltà sono state decisamente minori, in questo settore forse l’Italia è pronta per investire in nuove idee imprenditoriali a startup.

Cosa consiglieresti a qualcuno che ha un’idea innovativa da sviluppare?
A noi ciò che ha aiutato molto è stato il fatto di essere estremamente pragmatici. Abbiamo effettuato tantissime analisi e ricerche e abbiamo sviluppato un business plan molto dettagliato in ogni componente che ci ha dato molta credibilità nei confronti degli investitori. Diciamo che per una startup il modello di gestione deve essere molto semplice e gli aspetti più importanti sono la velocità, la comunicazione e il marketing.

Passiamo ora a qualche domanda sulla Startup Competition del Festival. Come ne siete venuti a conoscenza?
Lavorando nell’ambito startup da anni la conoscevo molto bene in quanto il WMF è il Festival più famoso che c’è in ambito marketing in Italia, con una Startup Competition molto conosciuta dove è difficile accedere. La verità è che abbiamo provato ad entrare tra le startup selezionate anche negli scorsi anni, non con Spotter, ma sempre senza successo. Partecipando ci siamo resi conto che il livello qualitativo medio delle startup è altissimo, questo spiega perché è così difficile accedere alla Competition. Per Spotter dunque è stato un bellissimo segnale essere selezionati perché eravamo a competere con startup che di sicuro avranno un incredibile successo in futuro.

Come è stata la tua esperienza al WMF Online?
Positivissima. Il dispiacere è stato di non poter essere a Rimini 3 giorni come gli altri anni. Tutto molto positivo, organizzazione ineccepibile nonostante le difficoltà del caso. Abbiamo avuto un sacco di contatti lato possibili partner quindi per noi è stata una ottima fonte di visibilità. È stato tutto molto interessante e anche le piattaforme utilizzate devo dire ottime, facili da utilizzare. Solo un piccolo risentimento del fatto che avremo tanto gradito essere presenti di persona!

 


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