L'intelligenza artificiale nella marketing automation: il successo di Predixit

Finalista alla Startup Competition del 2018, abbiamo intervistato Luca Ruju, CEO e Founder di Predixit, la startup premiata da Amazon.

Lunedì 10 Febbraio 2020
Simone Di Sabatino

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intelligenza artificiale

Predixit è una realtà arrivata alla finale della Startup Competition del Festival nel 2018. Si tratta di una startup che offre soluzioni innovative per e-commerce grazie all’utilizzo di intelligenza artificiale nella Marketing Automation e che utilizza algoritmi in autoapprendimento. Predixit garantisce così un’esperienza d'acquisto personalizzata per ogni utente di uno store, andando ad automatizzare e semplificare  tutti quei processi che garantiscono un'esperienza differente per ogni cliente.

Ciao Luca, piacere di risentirti. Allora come procede Predixit a un anno e mezzo dalla partecipazione alla Startup Competition del WMF?

Dopo la nostra partecipazione al WMF, siamo stati premiati da Amazon con il premio su AWS. A seguito del premio, nei mesi successivi, ci siamo incontrati per una partnership che si è chiusa con un accordo dove loro rivendono il servizio Predixit tramite AWS Marketplace. Quindi sicuramente, arrivando tra le finaliste della Startup Competition al WMF, la partecipazione ci ha portato un bel vantaggio. Più che vendere tramite il marketplace, per noi la cosa più interessante è stata la certificazione della soluzione, che poi, fuori da Amazon, ci ha permesso di chiudere diversi contratti interessanti con e-commerce. In molti, una volta che hanno visto che ci aveva scelto Amazon, si sono detti “beh, allora si tratta di una soluzione che funziona!”
Ancora oggi siamo tra le pochissime startup che sono state inserite in un portale che si chiama AWS Innovate Now: in questo caso è Amazon che fa il billing e poi ci rigira la quota di spettanza a seguito dell’accordo.

Da dove è nata l’idea per Predixit?

L’idea è nata da un pilota che abbiamo fatto con RCS che voleva sperimentare nuove soluzioni su Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera. Nel 2014 abbiamo sviluppato il primo algoritmo contestuale che piuttosto che mostrare pubblicità classica, che venisse da Google o dal loro centro media, metteva in correlazione l’articolo in lettura con prodotti che loro avevano nell’e-commerce. RCS è proprietaria di Gazzetta Store, Football for You per il calcio e Cycling for You per il ciclismo, con diversi contenuti a catalogo. Abbiamo provato a fare leva, e la cosa ha funzionato molto bene, utilizzando un algoritmo che non fa altro che leggere il contenuto dell’articolo, interpretarlo e va a cercare un prodotto correlato. Esempio: sei su Gazzetta dello Sport, leggi una news sulla Juventus, piuttosto che mostrarti una pubblicità qualsiasi ti mostro una maglietta della Juventus. Questo è stato il primo passo e così è nata Predixit. La fase pilota è stata finanziata da RCS, il nostro primo contratto, dopodiché siamo andati avanti, non lavoravamo ancora con gli e-commerce, era più che altro una selezione intelligente di contenuti ma non eravamo presenti nel loro sito. Poi ci hanno chiesto altre implementazioni: se l’utente che leggeva la news sulla Juve aveva già acquistato la maglietta ad esempio, non potevamo più continuare a mostrargli quella maglietta, si sarebbe trattato di un cliente perso, una opportunità persa. Da lì allora è nata l’integrazione con il funnel d’acquisto e quindi la profilazione degli utenti. Partendo dai cookie noi sappiamo se quell’utente ha fatto già un acquisto ed escludiamo di default quel prodotto dalle proposte. In sintesi, una soluzione smart di prodotti di e-commerce.
Nel 2016 e 2017, dopo aver affinato il software con RCS e aver lavorato con Groupalia, abbiamo visto l’opportunità di replicare questi servizi intelligenti e offrirli a tutti gli e-commerce. Abbiamo quindi sviluppato la soluzione, ci siamo integrati con le principali piattaforme di e-commerce e da lì abbiamo previsto la possibilità di scaricare direttamente un plugin che integra Predixit nel sito così che possiamo offrire analisi predittiva, profilazione di ogni singolo utente, un sistema di raccomandazione (basato oggi su 7 algoritmi) e un sistema di gestione delle promozioni.

 

Quali sono, ad oggi, i vostri obiettivi nel medio termine?

Oggi noi utilizziamo l’AI in ambito online retail e nello specifico per fare personalizzazione. La parte che vorremo sviluppare ulteriormente è quella di email marketing automation, cioè mettendo a disposizione widget di raccomandazioni che si integrino con gli attuali crm per avere newsletter dinamiche, che si basino sullo storico di ogni utente, diverse per tutti.
Il secondo obiettivo è quello di migliorare la parte del retail fisico. Come faccio a spingere utenti ad andare nei negozi fisici? Grazie alle promozioni “Drive to Store” e  alla geolocalizzazione, in caso navighino da smartphone, possiamo suggerire promozioni specifiche nel momento in cui l’utente è nello store fisico oppure spingere i migliori utenti dell’e-commerce ad ottenere sconti ma solo a patto che vadano a ritirare il prodotto negli store fisici.
Inoltre per crescere più velocemente abbiamo iniziato a fare scouting su aziende da acquistare. Tra gli obiettivi del 2020 c’è dunque quello di individuare aziende con standard simili al nostro per svolgere sinergie commerciali e vere e proprie integrazioni d’azienda. Abbiamo già individuato 2 aziende in target e abbiamo intenzione di portare all’interno del nostro team founder di società più piccole, crescere insieme, per arrivare velocemente a un fatturato di 2 milioni di euro.

 

Quanti siete nel team?

Oggi siamo 7.

 

Competitor e concorrenza vi spaventano? Qual è la vostra arma in più?

Abbiamo competitor quasi esclusivamente esteri, che sono arrivati in Italia con strutture quasi esclusivamente commerciali quindi il nostro vantaggio è quello di essere una soluzione nativa italiana, gestita in Italia e con assistenza in Italia. Vi sono ad esempio nostri attuali clienti che hanno utilizzato in passato nostri competitor ma essi non hanno pienamente soddisfatto le loro aspettative in quanto non riuscivano a ottenere le giuste personalizzazioni utente. Il nostro plus è quello di saperci adattare velocemente sui clienti italiani che scelgono soluzioni customizzate.
Inoltre siamo nati gestendo volumi di traffico molto grandi, lavorando in Gazzetta dello Sport i nostri algoritmi hanno fatto apprendimento macinando grandi moli di dati per oltre 2 anni ottimizzando così il machine learning. Molti competitor poi, per profilare l’utente, devono conoscere il suo indirizzo email, noi invece abbiamo fatto partire la soluzione dal riconoscimento dei cookies. In sintesi i nostri punti di forza sono la gestione del cliente in totale anonimato, capacità di personalizzare le offerte e grande mole dei dati analizzati.

 

Il settore e-commerce è letteralmente esploso negli ultimi anni. Come prevedi che si evolverà il mercato nei prossimi 3-5 anni?

Siamo sempre molto indietro in Italia come numero di vendite rispetto ad altri paesi europei. Quello che mi aspetto è un incremento del volume delle vendite e-commerce, cosa che attirerà nuovi players. In Italia ci sono circa 30mila siti e-commerce ma, se guardiamo le statistiche ad esempio in Francia, i numeri arrivano a 120mila. L’Italia è rimasta indietro anche come numero di players, oltre che come numero di vendite. Prevedo una digitalizzazione accelerata nei prossimi anni, soprattutto per quelle realtà che ancora oggi vendono solo in negozi fisici.

 

Ok Luca, passiamo ora a qualche domanda sulla Startup Competition del Festival. Come ne siete venuti a conoscenza lo scorso anno?

Nel primo semestre 2018 abbiamo fatto una campagna di crowdfunding, ci siamo affidati a Giffoni Innovation Hub per la gestione delle pubbliche relazioni e per la partecipazioni ad eventi. È stato grazie a loro che abbiamo scoperto il Festival.

 

Che impressione avete avuto calcando il palco del Web Marketing Festival?

Dopo tante esperienze e dopo aver partecipato a non so quanti contest ed eventi, sicuramente il WMF è quello che ancora oggi raccomandiamo di più, un’esperienza molto positiva. Se dovessi  fare una classifica lo metterei al secondo posto dopo il Web Summit di Lisbona.
Se dovessi trovare un neo devo dire che non mi è piaciuto il metodo di voto della finale perché prevedeva un mix tra voto con applicativo e voto della giuria in tempi troppo stretti, uno strumento che forse non riesce a rispecchiare la volontà di chi votava proprio in virtù delle tempistiche. Non avendo vinto dovevamo trovare una cosa che non ci piaceva!
[ride, ndr]

 

Qualche ricordo particolare che vuoi condividere con noi?

Sicuramente l’emozione di stare su un palco così grande davanti a una platea del genere. Un episodio curioso: quando è finito tutto, dovendo tornare a Milano ci siamo subito rimessi in macchina per partire, ce ne siamo andati insomma ma ci stavamo perdendo il premio di Amazon! Ci hanno telefonato dicendoci “Dove siete? Vi deve premiare Amazon!” e noi in macchina abbiamo subito fatto marcia indietro per la premiazione.

 

Cosa diresti a qualcuno che ha un’idea innovativa da sviluppare?

Di non desistere mai, è bello pensare di lavorare per se stessi e di fare startup ma le difficoltà sono infinite. Noi, più di una volta, siamo arrivati vicini al punto di mollare. Nonostante i fundraising arrivavamo sempre con i conti a zero e la voglia di abbandonare è un pensiero ricorrente. È necessario essere resilienti. Consiglierei, nella fase di fundraising, di concentrarsi anche nella fase di crowdfunding piuttosto che stare dietro a fondi di investimento che molto spesso o ti stritolano o arrivano troppo tardi.

 

 


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