Next Generation EU: priorità a digitale e sostenibilità, ma serve un piano per non perdere il treno europeo

 

Se n'è parlato in occasione dell’evento online “Un piano europeo per un’agenda digitale italiana” organizzato dal Parlamento Europeo in collaborazione con La Repubblica. Ministri, responsabili europei e manager italiani hanno discusso sulle strategie da attuare per investire i 209 miliardi messi a disposizione dell’Italia dal Next Generation EU, lo strumento dell'Unione Europea approntato per sostenere la ripresa degli Stati membri, rilanciare l’economia e gli investimenti privati.

Lunedì 1 Febbraio 2021
Mirko Malgieri

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Innovazione digitale

Da settimane il pubblico dibattito è focalizzato su come dovranno essere investite le consistenti risorse del Next Generation EU, l'articolato piano emergenziale dell'Unione Europea ormai celebre con il nome di Recovery Fund.

Non potrebbe essere altrimenti, visto che l’UE ha messo in campo risorse straordinarie per far ripartire l’economia europea dopo (e durante) l’emergenza sanitaria: il nuovo Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e Next Generation EU prevedono infatti 1840 miliardi di fondi, che si aggiungono ai 540 miliardi di linee di credito a interessi vicini allo zero di SURE, BEI e MES già disponibili.

Un’occasione imperdibile per l’Europa e per l’Italia per strutturare un piano di azione in grado non solo di recuperare quanto perduto a causa della pandemia e tendere una mano a tutti i settori messi in ginocchio dalla crisi economica, ma anche per tracciare un percorso che consenta alle generazioni future di vivere una società più verde, digitale e innovativa.

E proprio di digitalizzazione nostrana si è parlato nel corso del webinar “Un piano europeo per un’agenda digitale italiana” organizzato dal Parlamento Europeo in collaborazione con La Repubblica per riunire allo stesso tavolo virtuale Ministri, responsabili europei e manager italiani e discutere di quali strategie adottare per investire i 209 miliardi che il Recovery Fund ha destinato all’Italia. 
A partecipare all’evento moderato da Riccardo Luna (La Repubblica), Carlo Corazza (Responsabile del Parlamento europeo in Italia), Antonio Parenti, (Capo della Rappresentanza della Commissione europea in Italia), Fabio Massimo Castaldo, Vice Presidente del Parlamento europeo ospite al WMF dello scorso giugno, Paola Pisano (Ministro per l’innovazione tecnologica la Digitalizzazione) Antonio Tajani (Parlamentare europeo, Presidente di AFCO e della Conferenza dei Presidenti di Commissione), Roberto Viola, (Commissione europea, Direttore Generale DG CONNECT), Luigi Gubitosi, (Vicepresidente di Confindustria con delega al Digitale), Patrizia Toia, (Parlamentare europeo, Vice Presidente della Commissione ITRE), Giacomo Lasorella (Presidente AGCOM), Isabella Tovaglieri (Parlamentare europeo, Commissione ITRE), Nicola Procaccini (Parlamentare europeo, Commissione LIBE/AGRI), Gabriele Ferrieri (Presidente ANGI) e Nicola Danti (Parlamentare europeo, Commissione ITRE). 

“Il digitale non è un settore a sé, ma il principale driver trasversale di trasformazione di interi settori come quello manifatturiero o dei servizi, oltre che dell’intero mercato di lavoro” spiega il Vice Presidente del PE Fabio Massimo Castaldo, già ospite al WMF dello scorso giugno. “Il successo di questa rivoluzione è fondato in buona parte proprio sull’effetto volano del piano Next Generation EU e sulla nostra capacità di mettere in atto subito le procedure necessarie per utilizzare in tempi rapidi i suoi fondi”.

Fare del digitale un asset principale per la ripartenza del nostro paese, dunque, agendo in maniera incisiva sull’attuale situazione e su numeri e dati che non giocano certo a favore dell’Italia: quelli che la Ministra Paola Pisano definisce “ritardi antichi e recenti” si riflettono infatti nei dati poco incoraggianti del Digital Economy and Society Index (DESI) 2020 - che dal 2014 monitora le performance in ambito digitale dei paesi europei considerando diversi fattori tra cui il capitale umano, la connettività e i servizi pubblici digitali - che vede attualmente l’Italia occupare il terz’ultimo posto sui 28 Stati membri dell’UE.

Per colmare questo gap in crescendo e rispondere in merito alle priorità delineate dall’UE - digitalizzazione, sostenibilità e coesione sociale - il Ministro per l’innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, indica quattro ampie direttrici su cui lavorare: “investire in piattaforme abilitanti e servizi digitali incentrati sui cittadini e aziende; sviluppare il tessuto produttivo del paese per sostenere il processo di trasformazione digitale; costruire le infrastrutture digitali necessarie per accrescere l’autonomia tecnologica italiana ed europea; abilitare il cambiamento culturale della PA e lo sviluppo delle competenze digitali di imprese e cittadini”.

È in particolare riguardo quest’ultimo punto, in virtù della mission e del ruolo che il WMF da anni ricopre nel processo di digitalizzazione e di formazione di giovani e professionisti, che nel corso dell’evento abbiamo chiesto agli ospiti presenti su quali modalità attuative si sta oggi lavorando per attuare un necessario piano di sviluppo delle digital skills in Italia e quindi coniugare le idee con iniziative sul territorio.
A risponderci, il Vicepresidente di Confindustria con delega al Digitale Luigi Gubitosi: “è evidente che operare esclusivamente sulle infrastrutture, non risolve il problema: è come se avessimo le autostrade e le automobili senza avere le patenti. Si tratta di lavorare quindi anche sulle skills di cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione. Questa è una delle aree su cui servono maggiori dettagli - continua - sono sicuro che questa necessità è ampiamente condivisa dal Governo e che tutti in Italia si siano accorti dell’importanza di agire: come ciò avverrà è ancora in corso di definizione e questo è uno degli argomenti su cui credo sia opportuna una forte interazione tra il Governo e le parti sociali”.

A dar voce alla “next generation” che raccoglierà i frutti del Recovery Plan italiano attualmente in costruzione, è intervenuto poi il Presidente di ANGI Gabriele Ferrieri, individuando a livello nazionale tre priorità trasversali a quelle emerse dal summit: le donne, il Sud e i giovani, tematiche di cui abbiamo parlato a fondo proprio con il Presidente di ANGI durante una recente intervista a Cosmano Lombardo. “Abbiamo visto paesi come Francia, Spagna e Germania investire tantissimo proprio per le giovani generazioni: in questo grande disegno auspichiamo un piano nazionale che veda i giovani e l’innovazione come due importanti leve per uscire dalla crisi”.

Ciò che emerge in modo chiaro da questo confronto politico-istituzionale - che è possibile riguardare integralmente a questo link - ma anche dalle dichiarazioni e dai claim che affollano le agende dei media in queste settimane, è probabilmente la consapevolezza che in questo momento storico il percorso dell’Italia verso la digitalizzazione non è più questione di soldi o strumenti, ma dipende unicamente dalla realizzazione di piani attuabili e concreti che consentiranno al Paese di recepire la linea europea e di non perdere un treno in partenza che difficilmente ripasserà.


Photo Credit: European Commission

Fonti:

- Webinar “Un piano europeo per un’agenda digitale italiana”: https://www.facebook.com/Repubblica/videos/1910174242476297
- PMI.it: https://www.pmi.it/tag/recovery-plan
- Commissione Europea: https://ec.europa.eu/info/strategy/recovery-plan-europe_it#nextgenerationeu
- Commissione Europea: https://ec.europa.eu/digital-single-market/en/digital-economy-and-society-index-desi
- Agenda Digitale: https://www.agendadigitale.eu/cittadinanza-digitale/desi-2020-il-punto-piu-basso-per-litalia-tutti-i-problemi-da-risolvere/#Il_confronto_impietoso_con_le_prime_della_classe

 

 


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