Ristrutturare un’azienda potenziandola? Ecco la “Strategia Agile”

Abbiamo intervistato Davide Perale, CEO, Founder e business developer di Strategia Agile, startup che propone strumenti innovativi per affrontare la trasformazione aziendale.
 

Giovedì 22 Settembre 2022

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Innovazione Sociale

Nell’arco di vita di ogni azienda e organizzazione ci sarà sempre un passaggio quasi obbligato da compiere: quello di ristrutturarsi e/o riorganizzarsi. Ma cambiare l’assetto organizzativo aziendale è solitamente un momento critico che spesso necessita di molta attenzione e soprattutto di essere accompagnato da figure esterne all’azienda, esperti proprio di “ristrutturazione aziendale”. Infatti, per far fronte al cambiamento, gli strumenti a disposizione dell’organizzazione stessa non sempre sono sufficienti a sostenere la portata del cambiamento che si vuole compiere. Per questo motivo il team della startup Strategia Agile ha pensato a delle soluzioni efficaci e strumenti innovativi per progettare e gestire i diversi scenari di cambiamento organizzativo. Il punto di forza del team? Guidare le organizzazioni all’applicazione di strumenti e soluzioni capaci di coinvolgere trasversalmente l’azienda nel mettere in ordine la moltitudine di variabili da considerare di fronte al cambiamento. Ecco cosa ne pensa Davide Perale, CEO e Co-Founder di Strategia Agile. 

Ciao Davide, puoi spiegarci il significato di “approccio sistemico” in riferimento ai cambiamenti organizzativi?

Il cambiamento organizzativo è una forza che sposta gli equilibri aziendali. Una forza che proviene dall’esterno o nasce internamente all’azienda. Quando un’azienda si trova davanti a questa forza gli equilibri cambiano, evolvono. Cosa implica questo? Che molte delle routine, delle abitudini aziendali, necessitano una revisione. Quando si interviene solo su un singolo fattore il rischio è di sottovalutare il vero cambiamento. Per questo parliamo di “approccio sistemico”, ovvero: non guardiamo più a una sola variabile da cambiare ma si ragiona su come far evolvere l’intero ecosistema aziendale. La difficoltà è quella di tenere sott’occhio e avere una visione chiara di tutte le diverse parti di questo ecosistema. Non è semplice. Il rischio è di focalizzarsi su specifici interventi senza vederne i collegamenti, quello che chiamiamo cambiamento collaterale. Per questo abbiamo sviluppato degli strumenti che ci permettono di raccogliere tutte le informazioni e riordinarle in modo scientifico, così da ottenere una prospettiva ampia e sistemica dell’intera azienda. 

Avete messo a punto uno strumento che permette alle organizzazioni – in maniera autonoma – di definire i propri obiettivi di business. Puoi raccontarci come e perché avete creato uno strumento che rendesse autonoma questa fase?

Quello a cui fai riferimento è Mappa il tuo obiettivo! È uno strumento che abbiamo sviluppato proprio per supportare le aziende nella definizione degli obiettivi aziendali. È nato dall’esigenza di coinvolgere figure operative nelle fasi di messa a terra di progetti di cambiamento organizzativo più ampi. Questo ci ha permesso di passare all’azione, ma allo stesso tempo a trasferire concetti di project management a queste figure. Entriamo in azienda e guidiamo i diversi team aziendali grazie ai nostri strumenti che fanno vivere un'esperienza, un percorso che porta ogni singolo membro a prendere confidenza con competenze e processi passando subito alla pratica. È grazie all’applicazione di questi strumenti che le diverse realtà diventano autonome e acquisiscono tutte le competenze per essere in grado di replicare lo stesso approccio al cambiamento. 

Con quali strumenti effettuate le vostre valutazioni? 

Abbiamo sviluppato tre strumenti che ci permettono di supportare le diverse figure in azienda a mappare, misurare e intervenire sulle decisioni strategiche di valore. Ti confesso che in cantiere ne stiamo sviluppando già altri. Un primo strumento è utile ai board decisionali, e altri due sono stati sviluppati invece per far prendere confidenza alle figure più operative e meno apicali con le logiche di cambiamento organizzativo. Questo fa già capire quanto crediamo che un cambiamento, per essere di valore, debba coinvolgere le figure operative. Molto spesso si condivide il progetto di sviluppo in un documento, come ad esempio un business plan, lungo pagine e ricco di informazioni. Questo non assicura però una massima comprensione da parte di chi lo legge; le troppe informazioni, molto spesso intrecciate tra loro, lasciano alla libera comprensione. Tradurre un piano di sviluppo in modo pragmatico, esperienziale, visuale e semplice sta oggi premiando le aziende che scelgono l’approccio che proponiamo grazie ai nostri strumenti.

Uno tra i case study più complessi che avete mai realizzato?

I case study più complessi di cambiamento organizzativo sono quelli in cui è difficile stimolare l’innovazione collaborativa. La causa è legata ad alcuni gap che impediscono uno sviluppo sistemico, capace di mettere in connessione diverse figure all’interno dell’azienda. Spesso non si stimola l'emersione delle idee innovative in un flusso di collaborazione da parte dei team trasversali all’azienda. Il motivo principale è legato anche alle cattive esperienze pregresse. La sfida vera oggi è quindi quella di scardinare queste dinamiche; per farlo però è necessario coinvolgere maggiormente le persone, porsi in ascolto e stimolare quelli che sono i cambiamenti che loro vogliono, che loro vedono. Fino a ieri il cambiamento arrivava dall’alto, oggi invece, è necessario che parta da dentro. 

Che cosa ci potete dire della vostra partecipazione al WMF 2022?

Per noi è stata la prima volta in un grande palco. Ci ha aperto le porte a numerose relazioni, commerciali e di partnership di vero valore. I feedback raccolti sono stati fondamentali e hanno restituito grandi stimoli all’intero team. Esporre strumenti analogici a un evento che fino a qualche anno fa era sempre stato incentrato sul web? Penso sia stata una bella provocazione! Insieme a Lia e Gloria stiamo dando vita a un vero e proprio cambio di paradigma e questa esperienza ha permesso di rafforzare i principi su cui stiamo strutturando il nostro percorso evolutivo da startup innovativa, e non ve lo nascondo: i temi del digitale e della realtà aumentata sono molto collegati al nostro progetto, ma di questo ne parleremo tra un po’.


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