Aryel: la startup che abbina marketing e realtà aumentata. L’intervista

Presente nell’area espositiva del WMF Online 2020, Aryel è una piattaforma innovativa che trasforma marker, immagini e luoghi in esperienze interattive in realtà aumentata, aiutando freelance, aziende e agenzie creative nelle campagne di marketing. La nostra intervista a Mattia Salvi, CEO e Co-Founder della startup.

Giovedì 25 Giugno 2020
Davide Filiaggi

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Innovazione digitale

Dinamica, tecnologica e decisamente votata al futuro. Aryel, startup presente all’edizione del WMF Online 2020, è una piattaforma che si posiziona come strumento per le aziende e le agenzie creative nel lancio di campagne di marketing in realtà aumentata (AR) coinvolgenti. Innovazione e creatività, questo il binomio sul quale si fonda Aryel, che lancia l’AR verso nuovi orizzonti e sviluppi. Dopo qualche settimana dalla loro partecipazione al Festival abbiamo incontrato uno dei fondatori della startup Mattia Salvi.

Ciao Mattia, ci spieghi meglio cos’è Aryel e di cosa si occupa?
Aryel è una piattaforma che nasce con l’obiettivo di portare il paradigma della realtà aumentata nel settore del marketing. Il prodotto nasce da due considerazioni: la prima è che ad oggi siamo sempre più sommersi di contenuti analoghi tra loro e che spesso risultano inefficaci, la seconda è che la realtà aumentata è stata una tecnologia distante e poco accessibile da poter essere utilizzata da tutte le aziende ed i casi d’uso che studiamo sono associati solamente a grandi brand come Nike o Burger King e alla disposizione di molte risorse, di grandi budget e di tempi di realizzazione molto lunghi. In questo mercato il panorama di liberi professionisti, PMI e agenzie creative vengono tagliate fuori.

Anche altre aziende possono dunque utilizzare questi strumenti, senza magari disporre di ingenti capitali?
Esattamente, Aryel si posiziona come piattaforma di AR Marketing di riferimento per abilitare questo target di mercato a pubblicare e lanciare campagne di realtà aumentata, in una modalità drag and drop e senza conoscenze specifiche di programmazione. L’altra peculiarità di Aryel sta nel fatto che utilizza il WebAR, una tecnologia che abilita gli utenti ad interagire con dei contenuti in realtà aumentata attraverso il browser e senza il bisogno di scaricare un app. All’interno della piattaforma è presente una sezione di report con le analitycs delle conversioni e delle interazioni degli utenti. il prodotto è sviluppato per essere plug and play, fin da subito infatti sarà possibile integrare le proprie campagne con i principali tool di marketing come Google Analytics, Hotjar, Facebook e molti altri.


Come è nata l’idea di Aryel?
Aryel nasce da un’esigenza reale: per un'importante azienda nel settore Healthcare avevo in programma di lanciare una soluzione in realtà aumentata che andasse a consentire ai nostri clienti di poter visualizzare i prodotti in realtà aumentata e di conseguenza di dare in mano al reparto marketing e al reparto commerciale una nuova modalità di fruizione dei contenuti più ingaggiante. Dopo delle ricerche iniziali, abbiamo trovato con fatica un’agenzia che potesse sviluppare una soluzione in AR, ci siamo da subito scontrati contro dei limiti di tempo di sviluppo e di budget e soprattutto con un limite legato alla scalabilità derivato da un numero limitato di esperienze. Questi sono stati i motivi per cui il progetto non è stato approvato ed è nata contemporaneamente l’idea di Aryel che avrebbe consentito all’azienda di avviare questo progetto di AR Marketing con molta più facilità.

Realtà Aumentata dunque come strumento alla portata di tutti. Al WMF hai parlato del programma di Beta Testing, che sarà gratuito, di cosa si tratta?
Il Beta Tester Program nasce con l’obiettivo di raccogliere le prime adesioni delle agenzie e delle aziende interessate ad Aryel che avranno l’accesso alla piattaforma gratuitamente a partire dalla prima settimana di luglio. L’obiettivo è di utilizzare i mesi estivi per raccogliere feedback ed implementare nuove funzionalità per poi rendere il prodotto disponibile a tutti nei mesi successivi.

Chi lavora in Aryel, come è formato il team?
Il core-team è formato da me e dagli altri due Co-fondatori Luca Petri e Leonardo Persico. Io mi occupo principalmente della visione del prodotto, della parte commerciale e della strategia di marketing, mentre Luca e Leonardo si occupano dello sviluppo tecnologico, sono sono figure chiave che ci permettono di avere il know-how del prodotto in azienda. Oltre a loro il team è costituito da Andrea Galanti e Marco Fogaccia, UX e UI design che hanno collaborato per lo studio dei flussi per il disegno del prodotto, Maria Bellotto ed Alberto Savi, rispettivamente Content Strategist e Graphic Designer e, infine Matteo Normanni e Davide Casale: il primo si occupa della gestione delle campagne di advertising, il secondo full-stack developer. Ci riteniamo un team molto solido legato dalla trasversalità delle nostre competenze ma abbiamo in programma di espanderci ed assumere nuovi sviluppatori nel corso dei prossimi mesi.

 

Quali sono i prossimi passi di Aryel?
Abbiamo una roadmap di prodotto molto fitta con una stima di oltre un anno e mezzo di feature da implementare nella piattaforma. La nostra volontà è di testare il mercato per dare in mano al nostro utente finale il prodotto di cui ha veramente bisogno. Vogliamo rendere sempre più riconoscibile il brand in Italia e in UK e l’obiettivo a lungo termine è di spostarci anche in Nord America.

 

Come è stata la tua esperienza al WMF Online?
L’esperienza al WMF Online è stata assolutamente eccezionale. Eravamo curiosi di sapere se, a differenza dell’edizione fisica, ci avrebbe generato lo stesso ritorno di investimento. A mio avviso è stata un’esperienza molto profittevole principalmente dal punto di vista dell’attività di networking. Infatti grazie alla struttura della piattaforma era possibile sia dal lato dell’utente vedere gli stand, i materiali, prenotare un appuntamento, lato stand era possibile intercettare gli utenti più affini al brand e poterli poi contattare ed organizzare una call. I lead che abbiamo raccolto si sono poi dimostrati in linea con il nostro prodotto e tendenzialmente dopo un'attività di follow up avvenuta nelle settimane seguenti il 90% ha proseguito il rapporto con noi.


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