Il CrowdTesting per migliorare App, Siti Web e Smart Devices. L'intervista a Federico Malvezzi di AppQuality

Abbiamo intervistato Federico Malvezzi, Chief Strategy Officer di AppQuality startup presente al WMF Online, che sfrutta la potenza del Crowd per testare e migliorare la qualità e la UX di App, Siti web e Smart Devices.

Venerdì 24 Luglio 2020
Davide Filiaggi

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Innovazione digitale

AppQuality è una piattaforma che aiuta le aziende a migliorare i propri prodotti digitali utilizzando la metodologia del crowdtesting. La piattaforma fornisce in anteprima il prodotto ad una community di tester e di UX Researcher diffusa in tutto il mondo che analizza ed effettua dei test per ricercare dei bug e per ottimizzare la User Experience. La startup, che recentemente ha chiuso un round di 3.5 milioni di euro, offre anche servizi personalizzati anche alle aziende che vogliono lanciare nuovi prodotti riducendo i costi e i tempi di sviluppo. Federico Malvezzi è un dirigente e un imprenditore digitale con 17 anni di esperienza nello sviluppo di strategie digitali e di nuovi flussi di entrate per multinazionali e start-up tecnologiche. Come Chief Strategy Officer, oggi contribuisce a scalare il business di AppQuality, aiutando le aziende ad ottimizzare l’esperienza digitale per l’utente finale.

Ciao Federico, ci spieghi cosa fa AppQuality e di cosa si occupa?

AppQuality aiuta le aziende a ottimizzare le soluzioni digitali indipendentemente dalla tecnologia (che siano app, siti web, e-commerce, chatbot e dispositivi IoT…) principalmente coinvolgendo gli utilizzatori finali già nelle prime fasi dello sviluppo o direttamente post release per trovare bug e frizioni di usabilità in pochissimo tempo. E’ una metodologia che si chiama “crowdtesting”. In aggiunta al miglioramento della qualità riusciamo a ridurre i tempi e i costi di sviluppo del software liberando risorse del Dev. team.


Ci spieghi meglio la metodologia del crowdtesting?

Il crowdtesting si differenzia dai processi tradizionali in quanto le operazioni di testing vengono eseguite da un numero di tester diversi e indipendenti e non dal team interno di sviluppo. Le soluzioni di crowdtesting di AppQuality spaziano dal functional testing (con l’obiettivo di trovare errori di funzionamento, i cosiddetti “bug o bachi”) all’experience testing (con l’obiettivo di migliorare la UI/UX). In aggiunta come parte integrante del miglioramento della qualità del software aiutiamo i nostri clienti anche con la costruzione di sistemi automatici che permettono di identificare malfunzionamenti del software con risparmi di tempo e costi importanti (tecnica di “automation testing”). 

Quali servizi offrite?

La proposta varia molto a seconda delle esigenze del cliente e dei suoi obiettivi. Alcuni esempi tra i più frequenti possono essere: migliorare la Conversion Rate dei siti di e-commerce, aumentare la soddisfazione e fidelizzazione dei clienti nell’utilizzo di una App, educare un chatbot con l’obiettivo di migliorare le interazioni con i clienti, ridurre il time to market e il costo di sviluppo, etc. Parlando di e-commerce c’è chi ha sviluppato in Italia un sito per gli utenti coreani e ha dovuto controllare che venisse rispettata la cultura e la lingua, oppure c’è chi vuole assicurarsi che gli utenti riescano a completare un acquisto senza intoppi. Non è mai troppo tardi per ottimizzare il prodotto digitale, si può testare sia in fase di  pre realizzazione (test del wireframe o del prototipo), che di design, di sviluppo vero e proprio, poco prima del rilascio e, ovviamente, post rilascio.

Quanto è grande la community di Tester e il network di UX Researcher?

La community di tester in Italia conta circa 15mila tester, ma possiamo raggiungere nel mondo fino a 250.000. Hanno diversi livelli di digitalizzazione, istruzione, diversa cultura, lingua, provenienza geografica, sesso, età, device a disposizione, ecc. 
Per quanto riguarda gli UX Researcher ci affidiamo a un network di diverse decine di psicologi cognitivi che coinvolgiamo costantemente nei nostri progetti. 

Quanto tempo si impiega in media per analizzare un app? 

Dipende da diversi fattori. Ad esempio nei processi di Bug Finding il cliente spesso vede i “bachi” caricati in diretta sulla sua dashboard (una volta che i tester li hanno trovati e il Customer Success Manager li ha approvati). Il test in questi casi dura generalmente tre giorni, ma appunto il cliente ha già visione dei bachi dall’inizio del test e può iniziare a lavorarci. I test di user experience richiedono più tempo. In questi test, svolti con la tecnica del thinking aloud, gli UX researcher devono analizzare i video registrati, identificare le frizioni di usabilità riscontrate dagli utenti e poi redigere dei suggerimenti per migliorare l’esperienza digitale. In questi casi la durata del test è circa una settimana. 
Per quanto riguarda il numero di feedback, è molto vario ma nell’ordine di un centinaio in media per ciclo di test. Spesso cerchiamo, in base allo stadio del prodotto, di focalizzarci su alcune aree dell’app o livelli alti di criticità del bug per non sovraccaricare il team di sviluppo del cliente che si ritroverebbe a non sapere dove mettere le mani. 

Come funziona il lancio del test? Vi occupate anche della distribuzione del prodotto?

Il lancio del test avviene nella piattaforma. I tester selezionati vengono invitati a partecipare alla campagna di test e caricare i bug o le frizioni di usabilità trovate. La distribuzione dipende dallo stadio del prodotto e dal prodotto stesso: ci è capitato di distribuire dispositivi IoT, di condividere l’accesso a una versione beta o semplicemente facendo scaricare l’app già pubblica. 

A che tipo di target di aziende vi rivolgete?
 
Ci rivolgiamo a tutte quelle aziende che hanno deciso di sfruttare l’enorme potenziale del digitale, ma che vogliono farlo con l’attenzione e la qualità che serve per emergere in un mercato estremamente competitivo. Questo ci ha portato a lavorare più spesso con grandi aziende in tutti i settori, come con aziende di retail, e-commerce, banche, compagnie assicurative, telecomunicazioni, utilities. Offriamo servizi indirizzati anche alle realtà più piccole.

La situazione emergenziale dovuta dal Covid ha spinto e accelerato le aziende a digitalizzarsi. Quante aziende hanno usato il vostro servizio quest’anno? Avete una statistica rispetto al 2019?

Siamo in forte crescita, raddoppiamo anno su anno, tra i nostri clienti oltre 100 aziende corporate del calibro di Pirelli, BMW, Bending Spoons, Unicredit, Allianz, Enel, Vodafone, Dyson, ecc.. Durante il Covid abbiamo continuato ad assumere e a maggio abbiamo concluso un Series A di Eur 3.5M guidato dal fondo di Venture Capital P101, questo finanziamento ci sta aiutando a crescere ancora più velocemente.

Come è nata l’idea?

Edoardo Vannutelli e Filippo Renga, due dei co-founder, erano incuriositi dalla scarsa qualità dei servizi mobile e le difficoltà dei team di sviluppo di gestire i processi di testing in un mondo digitale sempre più complesso. Si trovavano nel “Mobile Lab” del Politecnico di Milano (sede cremonese).Sempre quell’anno, nel 2015, incontrano Luca Manara, co-founder e attuale CEO. Da lì è nata l’idea di una azienda che facesse testare app e siti direttamente agli utenti finali. Un anno dopo è stato lanciato il prodotto e nel 2017 è iniziata la scalata. 

Come è formato il team attualmente?

Il team è fortemente in crescita, basta pensare che da marzo ad ora sono entrate 5 persone tutte con onboarding da remoto. Ad oggi il team è formato dai Customer Success Manager che si occupano della gestione dei test e della soddisfazione del cliente; il team di sviluppo e UX che cura sia la vetrina che la piattaforma di test; il team di sales and marketing; e uno degli ultimi arrivati, il community manager. In più ci sono 15.000 tester in tutta Italia che sentiamo come parte integrante del team (quest’anno abbiamo avuto in ufficio il miglior tester del 2019). 

Qual’è la vostra roadmap? Quali sono i prossimi step?

Abbiamo smarcato da poco uno step importante, ovvero il round A di investimento. E’ arrivato in piena pandemia ed è stato un segnale molto positivo per tutto il team. I prossimi step sono ancora più sfidanti: il team continuerà a crescere e ci espanderemo con maggiore decisione in un paio di mercati internazionali in cui ci siamo già affacciati.
 


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