Lo speech si focalizzerà sul branding e la lead generation in contesti complessi. Nello specifico in quei progetti, B2B e PMI principalmente, ove il budget è estremamente basso e le meccaniche di lead generation passano solitamente da campagne di advertising, SEO e Social. I processi di brand building passano in questo caso da azioni
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tattiche, ma a volte anche da epifanie strategiche che è interessante raccontare. Non mancheranno casi pratici e riflessioni sui KPI di questa attività
Il neuromarketing cerca modelli di comportamento, risposte a bisogni e atteggiamenti che siano reali, armonizzando insieme un’analisi dell’audience di oggi, con le caratteristiche del prodotto da commercializzare e con il contesto in cui il consumatore è inserito. Il pubblico oramai non è più passivo e reagisce duramente e
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negativamente di fronte a campagne pubblicitarie di brand che utilizzano stereotipi.
Nello speech verrà illustrato attraverso degli esempi pratici come il neuromarketing fondi il proprio approccio su delle strutture preconfezionate che ci aiutano nel nostro vivere e nelle scelte che compiamo. Queste forme mentali che abbiamo dentro di noi si chiamano archetipi e possono aiutare un brand a comunicarsi meglio con i propri consumatori.
Non serve essere Patagonia, ma neanche sbandierare entusiasmi patriottici con le sedi amministrative dislocate nei paradisi fiscali. Se ripartire si deve, le nuove comunicazioni di marca devono sforzarsi di abbracciare narrazioni autentiche e sintonizzate con i contesti sociali-culturali. Rinunciando allo storytelling garrulo, per
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scegliere l’impatto civico come driver strategico del proprio stare sul mercato.
Lo speech pratico e stimolante che ti spiega perché dovresti inserire l’emotional branding nelle tue strategie e come farlo nel modo migliore. Vedremo insieme come far in modo che il tuo brand si faccia notare, come usare i giusti metodi per creare una conversazione di valore e come analizzarne l’andamento.
Per costruire un brand consistente non basta allineare valori, narrazioni e azioni. Occorre dare continuità e coerenza nel lungo termine a tutta l’attività di storytelling e storydoing. Questo significa fare Storykeeping, cioè mantenere e moltiplicare nel tempo pratiche che sono l’espressione dei valori del brand e che permettono
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la sedimentazione di questi valori negli stakeholder. Lo speech illustrerà 3 case studies italiani e introdurrà strumenti di lavoro utili alle PMI che intendono migliorare la loro brand consistency.
Nell’epoca del New Web, e degli UGC (User Generated Content) nessuna strategia può prescindere dalla produzione e il consumo di contenuti. Gli utenti si trovano sempre meno disposti a rinunciare al processo di creazione del contenuto. Se da un lato tale rivoluzione ha favorito lo sviluppo dei social network, sotto un altro aspetto ha
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messo in discussione anche i brand più consolidati. Qual è allora la soluzione per mantenere riconoscibile e coerente la propria identità, pur allineandosi al cambiamento? La risposta è nell’evoluzione del concetto classico di brand e la rivoluzione è nella generazione dell’identità grazie all’interazione con l’utente.
La storia fa la differenza e questo vale anche per i brand. In un’epoca di certezze volatili, l’heritage marketing digitale è un solido retroterra, in cui posizionarsi per coinvolgere gli utenti su mezzi differenti. Podcast, video, esperienze interattive: permettono di tracciare collegamenti inediti tra passato e presente,
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trasformando l’eredità dei brand in una narrazione contemporanea ed emozionante.
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